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Mira Lanza, lotto del 1918

La Mira Lanza, monografia pp. 2 di Antonello Anappo (Municipio Roma XI, Roma 2010 )

 

Con il termine Stabilimenti Mira, o Lotti del 18, si intendono le costruzioni realizzate tra il 1918 e il 1921 nel complesso industriale Mira Lanza.

Nel 1917 la società Mira rileva i fabbricati della Colle e concimi e i terreni circostanti, con lo scopo di impiantarvi un moderno saponificio. Il progettista ingegner Costantino Moretti realizza tutt’intorno all’esistente tre nuovi lotti di costruzioni: a nord-ovest l’Ala Servizi e Stoccaggio (oggi sede della Croce Rossa Italiana), ad ovest l’Ala Uffici (oggi Scuola Pascoli), e infine a sud l’Impianto produttivo. L’impianto produttivo, dai caratteri monumentali, sviluppa le tipicità estetiche delle facciate italiane sulle linee essenziali dei fabbricati nordeuropei. L’impianto si compone di Magazzini, Saponificio e Caldaie: i Magazzini sono oggi sede del Teatro India; Saponificio e Caldaie versano in abbandono.

 
Il progetto di Costantino Moretti
 

Nel 1917 la Fabbrica di candele Mira rileva in blocco dal Comune di Roma i terreni, i caseggiati, le strutture produttive e i macchinari appartenuti alla Società Colle e concimi, in attività fino al 1912. I motivi di questa acquisizione vanno cercati nella c.d. guerra dei saponi, una spietata guerra commerciale in corso fra la società Mira e la rivale Lanza, per il controllo dei mercati italiani dei saponi da bucato.

La Mira acquisisce dunque lo stabilimento della Colle e concimi di Roma con lo scopo di farne non solo la sua succursale romana, ma di intraprendere nella Capitale la produzione di candele da interni e saponi da bucato in una posizione di vantaggio, che avrebbe sicuramente battuto la rivale.

La riconversione della Colle e concimi in un moderno saponificio è tutt’altro che facile e richiede un importante intervento edilizio, alla fine del quale le superfici risulteranno triplicate, e i volumi addirittura decuplicati. Di questa operazione si occupa nel 1918 l’ingegner Costantino Moretti. Il suo progetto unisce una rigorosa impostazione funzionale ad un gusto estetico in un ruolo tutt’altro che marginale, prendendo ispirazione dai caseggiati industriali del Nord Europa.

La caratteristica del progetto di Moretti è che non interviene sugli esistenti edifici della Colle e Concimi (considerati di dimensioni troppo piccole per essere felicemente riconvertiti), ma costruisce la Nuova Mira tutt’intorno, nelle ampie porzioni libere di terreno.

I piccoli uffici della Colle e concimi vengono soltanto ristrutturati, con l’aggiunta di un piccolo caseggiato a livello con tetto a doppia falda su via Pierantoni. Mantengono la loro funzione, e operano in appoggio alla nuova Ala Uffici, che sorge ad ovest di quella esistente. Anche le piccole fornaci della Colle e concimi non perdono la loro funzione, ma supportano il nuovo Impianto produttivo, che sorge a sud dell’esistente. Infine, nella porzione di terreno libera a nord-ovest della Colle e concimi viene avviata la costruzione dell’Ala Servizi e Stoccaggio.

Vengono in tutto costruiti 7 nuovi corpi edilizi: i primi tre costituiscono il nuovo Impianto produttivo; il quarto la nuova Ala Uffici; gli ultimi tre l’Ala Servizi e stoccaggio. Ci occuperemo qui di descrivere solamente Impianto produttivo: per l’Ala Uffici (venduti al Comune di Roma nel 1924) vedi la Scuola Pascoli; per l’Ala Servizi e stoccaggio vedi rispettivamente Croce Rossa Italiana (che ne è l’attuale proprietario) e Case operaie (in abbandono).

 
Il nuovo Impianto produttivo
 

L’Impianto produttivo si sviluppa su tre lotti edilizi in sequenza: i Magazzini, il Saponificio e le Caldaie.

La produzione vera e propria si svolge nei corpi centrali del Saponificio; le materie prime sono raccolte nei corpi fronte-fiume dei Magazzini; i corpi interni delle Caldaie hanno infine la funzione di alimentare il Saponificio. Il prodotto finito esce dall’Impianto produttivo e viene inviato verso le aree di stoccaggio alle spalle della Portineria.

Sui Magazzini diamo soltanto un accenno, in quanto essi sono stati venduti nel 1999 al Comune di Roma e ne parliamo diffusamente nella parte sul Teatro India, che vi si è successivamente insediato. I Magazzini affacciano sul Lungotevere dei Papareschi. Si tratta di una serie continua di capannoni in muratura, uniti per il lato lungo. I lati corti offrono prospetti dalla garbata serialità. Qui giungeva e veniva riposta la materia prima (gli scarti del mattatoio), attraverso binari interni allacciati alla ferrovia o al sottostante porto fluviale.

I corpi centrali, in posizione arretrata rispetto al fiume, costituiscono il saponificio vero e proprio. I corpi centrali sono a loro volta divisi in due settori, separati da un vialetto. Il primo settore è costituito dal fabbricato per l’estrazione a benzina dei grassi dagli scarti animali, la ciminiera principale (per la dispersione  dei fumi neri) e un corpo secondario collegato. Il secondo settore è costituito dal fabbricato per la produzione dei saponi, con corpi funzionali annessi. I corpi centrali costituiscono il cuore della fabbrica. Essi versano oggi in condizione di doloroso abbandono. Hanno in gran parte perduto i tetti a capriate lignee, a causa di incendi, e risultano dimora di persone in stato di disagio. Sopravvivono in condizioni funzionali alcuni corpi più bassi.

Il corpo della Caldaia, quello più interno rispetto al fiume, a ridosso di via Einstein, è costituito dal fabbricato per la produzione di vapore e da una seconda ciminiera, dalla quale erano emessi i fumi bianchi.

 
La diffusione di massa dei saponi
 

Quando nel 1921 il nuovo stabilimento entra in funzione la guerra dei saponi tra la Fabbrica di candele di Mira e la concorrente Unione Stearinerie Lanza riprende con rinnovato vigore.

Le forze produttive si equivalgono, le tecnologie equivalenti, le materie prime le stesse, identiche persino le strategie commerciali: le due aziende puntano al ribasso dei prezzi pur di estendere il mercato, l’una a scapito dell’altra.

Paradossalmente a beneficiarne è l’Italia intera. I saponi, i cui prezzi sono calmierati dalla concorrenza, hanno la loro prima diffusione di massa. I guadagni per singolo sapone venduto sono bassi sia per la Mira che per la Lanza, ma il fatturato è in continua crescita.

Si comincia a discutere così nel 1921, tra i dirigenti delle due società, di concludere la guerra con un accordo onorevole, per permettere finalmente ai prezzi dei saponi di salire, e trarre il massimo profitto dal mercato.

 
La fusione con la Lanza
 

Un’alleanza tra le due società porterebbe senza dubbio forti economie di gestione, eliminando le strutture doppie. Ma tra tutte, la motivazione che più di altre porta le due rivali storiche a deporre le armi e a produrre insieme è l’affacciarsi sul mercato italiano di nuove concorrenti.

Esse hanno nomi celebri, e le ritroviamo sul mercato ancora oggi. Dal 1823 opera la fabbrica tedesca Benckiser, la più antica fabbrica di saponi chimici al mondo. Dal 1837 negli Stati Uniti la Procter & Gamble sforna candele e i celebri saponi. La tedesca Henkel (1876) propone i prodotti chimici di detergenza Universalwaschmittel. L’inglese Lever (1884) i suoi saponi Sunlight. Dalla Francia cominciano ad arrivare in Italia i saponi in pagliette da bucato Mir, i saponi di Marsiglia in cubo Le Chat, la candeggina Lacroix, il lavapavimenti Saint Marc, le candele da interni Fournier-Ferrier, e molti altri prodotti. I prezzi dei prodotti di importazione sono ancora alti, ma la loro varietà fa sì che essi acquistino una certa popolarità nella borghesia italiana.

E alla fine, l’accordo tra le due rivali di sempre si trova. Dopo tre anni di preparazione, il 9 maggio 1924 si ritrovano seduti allo stesso tavolo i rappresentanti delle due società, affiancati dai rappresentati della Banca Commerciale Italiana, intenzionata a sostenere la nascita del nuovo colosso italiano dei saponi da bucato.

Per la società anonima Fabbrica di candele di Mira c’è l’ingegner Moretti, mentre per la società anonima Unione Stearinerie Lanza e società alleate ci sono rispettivamente il cavalier Lanza e Giuseppe Piaggio (figlio di Erasmo, cofondatore della Lanza e proprietario delle Saponerie Riunite). La firma dell’accordo tra i tre pone fine alla c.d. guerra dei saponi e dà vita ad una nuova società anonima, la Mira Lanza, che crea un unico colosso nazionale tra Mira e Lanza, e mantiene le alleanze commerciali della Lanza.

La nuova società ha sede a Genova Cornigliano, a fianco della alleata Saponerie Riunite. Moretti ne è presidente, la vicepresidenza è di Piaggio.

 

La Mira Lanza, monografia pp. 2 di Antonello Anappo, in Biblioteca (Sala 2) inv. 421 /B

Vedi anche:
Scuola Pascoli
Colle e concimi
Mira Lanza, lotto de…
Mira Lanza, lotto de…
Magazzini romani all…
Ponte di ferro
 


Mira Lanza, lotto I (foto di Antonello Anappo, altre 31 immagini nel Fondo fotografico)

scheda inventariale

Inventario

 

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