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Cimitero della Parrocchietta

Il Cimitero della Parrocchietta, monografia pp. 10 di Antonello Anappo (Fondo Riva Portuense, Roma 2006 )

 

Il Cimitero della Parrocchietta è un camposanto sorto nel 1781 e riedificato nel 1855.

Il cimitero del 1781 sorge a fianco dell’attuale chiesa di San Giuseppe al Casaletto, come «fossa comune per i campagnoli indigenti», senza croci né nomi. L’epidemia di colera del 1855 rende necessario lo scavo di una seconda fossa, nel fondovalle, che, passata l’emergenza sanitaria, si apre via via alle sepolture per i morti della comunità della Magliana, con lapidi contrassegnate da brevi iscrizioni biografiche. La malaria di inizio Novecento e i lutti della Grande Guerra portano il cimitero alla conformazione attuale, con alcuni caratteri monumentali. Nel 1931 il camposanto viene acquistato dal Comune di Roma. Dal 1992, dopo la sopraelevazione della Via Portuense, l’ingresso è su viale Newton.

 
 

Nel 1847 un ispettore ecclesiastico visita la Parrocchietta e redige uno «stato delle anime», cioè un prontuario con domande e risposte sui costumi religiosi locali, riscoperto nel 1991 dagli studiosi P. Ferrarini e V. Teodoro.

Significative sono le domande circa la pietà dei defunti. «Come muoiono i poveri?», recita la prima domanda. «Li defunti poveri si accompagnano dal parroco con stola e cotta e croce innanzi, e quattro fiaccoletti. Condotti in chiesa vi si fanno li soliti suffragi, comprensivi della messa di requiem e indi si fanno sotterrare nella tomba comune adatta al sesso». Dalla risposta si ricava che la fossa comune è divisa in due settori, uno maschile e uno femminile. Domanda: «In cosa consiste la tomba comune?». Risposta: «Lo spurgo fatto tre anni indietro [nel 1844] fu eseguito col fare una fossa nell’orto della Parrocchia e le ossa ricoperte colla terra, senza alcun segno».

Significativa è la domanda «Come muoiono i ricchi?», da cui si ricava che la Parrocchietta è un cimitero per poveri: «Li defunti di qualche entità si seppelliscono in Roma, ove si conducono nel principio del male».

Altre domande chiariscono gli aspetti più pratici, e il fatto che intorno ai sacramenti non vi fosse un significativo giro di denari: «Come si impartisce l’estrema unzione?». «Si accompagna il Santissimo Viatico colli ceri ad ognuno, col velo omerale ed ombrellino». Si celebrano suffragi e si prega per le anime del Purgatorio? «La raccomandazione dell’anima la fa il parroco, nello specchio del rituale». Il parroco viene pagato secondo i tariffari? «L’abuso vi è che niùno degli interessati col defunto vuole stare alle suddette leggi. Si fanno delle diminuzioni».

 
Il Casale del Cimitero
 

Le Belle Arti segnalano la presenza di un casale rurale frontistante il cimitero, inventariato con il n. 970663 (a cura di R. Banchini, catalogo di G. Tantini). Il casale ingloba una torre semaforica della Via Portuense, e si presenta purtroppo in un brutto stato di conservazione. Da fonti orali si ricava che il casale ospitava la bottega di un fioraio, che faceva affari con il cimitero giusto di fronte. Non si conoscono i motivi della chiusura, ma pare ragionevole che la chiusura sia avvenuta prima degli Anni Novanta, da quando cioè il cimitero ha smesso di ospitare nuove sepolture, e di conseguenza il numero dei visitatori è notevolmente calato.

 
 

Pubblichiamo di seguito un’antologia di epigrammi, tratti dalle tombe del Cimitero della Parrocchietta. Come nella celebre Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, le vivide voci della comunità portuense di fine Ottocento e del Primo Novecento - braccianti, soldati, ma anche il Maestro, l’Agronomo, l’Innamorato e persino il Pazzo - si ricompongono nel quadro unitario di una società complessa e per molti versi attuale.

L’agricoltore - Qui riposa [un] agricolo solerte e laborioso. Morì il 18 marzo 1898 all’età di anni 58.

La zappatrice - Delizia del suol, esempio di virtù a chi la conobbe. Visse anni 70 e mesi 7.

Il guardiano - Fu agricolo solerte e vigilante.

L’immigrato - Nato a Fallerano in provincia di Fermo, morì al età giovanile (con errore grammaticale).

Il capo d’azienda - Giusto nella azienda, forte nelle avversità, coi poveri benefico.

Il maestro - Insegnante comunale, con affettuose cure per tre lustri illuminò le vergini menti, educandole ad amare Dio, famiglia e Patria.

L’uomo di progresso - [Fu] agronomo.

L’innamorato - Dopo Dio nulla ebbe di più caro della sua diletta sposa.

Il pazzo - Di animo gentile e religioso, nell’età di 36 anni, non sano di mente, si diè la morte.

Il camionista - Col suo camion carico, al passaggio a livello mentre traversava alla Magliana, sopraggiungeva il treno che lo uccise.

L’automobilista - A Castel di Guido fatale incidente d’auto recise.

Il caduto - Uomo laborioso è onesto (con errore grammaticale), periva miseramente di fatale infortunio ove lavorava.

Il giovane dalla doppia sfortuna - Nato a Rendinara (località colpita dal Terremoto di Avezzano), morì per terribile disgrazia sul lavoro.

Il combattente d’Africa - Classe 1887, prese parte alla Guerra libica.

Due fanti -

Rimase ferito a Zacora, morì a Plava (Epigramma I).

Sacrificò la giovane vita contro l’odiato nemico. Cadde da valoroso nel Passo del Falzareco (Ep. II).

Il bersagliere - Caduto da eroe nel campo dell’onore.

L’aiutante di campo - Caduto per la Patria sul Montello.

Il richiamato alle armi - Fu richiamato a combattere per la grandezza della Patria. Cadde valoroso sul Monte San Michele.

Due reduci -

Grande invalido di guerra (Ep. I).

Dopo 4 anni di guerra tornò dal fronte malato e in seguito morì (Ep. II).

Il padre che attese invano - Con l’assillante desiderio di rivedere il figliuolo, combattente contro l’odiato nemico, spegnevasi.

L’aviatore - Sacrificava la sua giovanissima esistenza per una più grande Italia.

Il caduto in tempo di pace - Nel cielo di Avezzano volò a Dio.

Il buono - Mite, pacifico, lieto animo.

Due virtuosi -

Amato da tutti (Ep. I).

Di elette virtù (Ep. II).

Il previdente - Uomo onesto e laborioso, dedicato alla famiglia, eresse in vita per sé questa umile tomba.

L’ironico - Libero pensatore.

Due uomini di fede -

Uomo onesto e laborioso, visse gristianamente. Dedigò la sua vita per la famiglia. Perì miseramente (Ep. I).

Sorretto da fede viva passò la sua vita nell’ideale cristiano. Suo vanto la famiglia, il lavoro, l’onestà (Ep. II).

I polemici -

Nata il 9 maggio 1861, romana (Ep. I).

Romano, visse onesto e operoso, tutto dedito alla famiglia (Ep. II).

Soldato romano, cadeva colpito da piombo austriaco sulle vette del Trentino (Ep. III).

Il malato di febbre quartana - Rapito da repentino morbo, dopo 5 giorni di malattia volò.

La vecchia dura a morire - Fu colpita più volte da paralisi. Il 10 maggio 1919 fu ripresa e fu colpita [e in conseguenza] cessava di vivere.

Due tempre forti -

Agricolo solerte e laborioso, visse nel lavoro cristianamente finché il fiero morbo lo rapì (Ep. I).

Morbo insidioso fiaccò in breve la fibra robusta (Ep. II).

I fratellini - Qui riposano [tre] fratelli che nel periodo di giorni dodici il morbo crudele li rapiva.

I rapiti -

Rapita da repentino malore (Ep. I).

Rapita nel fior degli anni (Ep. II).

Rapito da morbo crudele il 19 maggio 1925 (Ep. III).

Piccoli angeli - Omissis (si è scelto di non pubblicare gli epigrammi degli infanti).

Madre e figlia -

Spinta al sacrificio per salvare la figlia Pasquina, periva eroicamente (Ep. della madre).

Nei primi passi della vita è ghermita dal destino (Ep. della figlia).

Due uomini di cristiana pazienza -

Dopo lunga e penosa malattia, sopportata cristianamente, lasciava la terra (Ep. I).

Dopo lunga e penosa malattia si addormentò nel Signore (Ep. II).

L’uomo che seppe aspettare - Uomo onesto e laborioso, raggiunse la sua consorte lì 8 gennaro1924.

La donna che seppe aspettare - Nata a Torre Sabino fu esempio di virtù come sposa e madre. Raggiunse [infine] il suo consorte.

Il figlio (epigramma criptico) - I genitori e i parenti, quando lo conobbero, lo piangono.

Gli sposi -

Uomo di esemplare virtù, amato dalla moglie, il figlio e tutti quanti coloro che lo conobbero (Ep. I).

La numerosa figliolanza educò alla religione, al lavoro, all’onestà (Ep. II).

Sposo e padre esemplare, si sacrificò e visse per il bene della famiglia (Ep. III).

Il padre affettuoso - Fu sposo e padre affettuoso, amante del lavoro e della famiglia.

Due padri di famiglia -

Uomo onesto e laborioso, amoroso verso la famiglia (Ep. I).

Trascorse una vita esemplare e laboriosa, dedicata all’affetto della sua famiglia (Ep. II).

Tre madri affettuose -

Fu madre affettuosa, donna esemplare rapita sì presto (Ep. I).

Fu madre affettuosissima, moglie esemplare (Ep. II).

Sposa e madre affettuosa, di rare virtù (Ep. III).

La madre equanime - Madre di quattro figli, e tutti li adorava.

Le madri cristiane -

Qui riposa in pace [una] madre affettuosa [che] allevò la famiglia cristianamente (Ep. I).

Donna, sposa e madre cristiana (Ep. II).

Le spose -

Madre esemplare, cercò con amorosa tenacia di rendere sempre più bella la vita della sua famiglia (Ep. I).

Sposa e madre di alte virtù (Ep. II).

[...] la cui virtù e l’eterna rugiata [...] (Ep. III, incompleto).

Le donne di virtù civili -

Esempio di domestiche e civili virtù (Ep. I).

[Ne] sarà ricordata la fortezza d’animo [e] la sagacità operosa, nella cara famiglia e nelle associazioni (Ep. II).

La donna delle pie opere - Nobile esempio di fede antica e pietà operosa, modello di sposa e di madre.

Uomini e donne che attendono nel sonno dei giusti -

Accanto all’amato sposo dorme il sonno dei giusti, in attesa della risurrezione (Ep. I).

Generoso e pio, qui riposa in perenne attesa della risurrezione (Ep. II).

Aspettando la risurrezione riposano in pace le [sue] spoglie mortali (Ep. III).

Nella ridente serenità dei giusti si addormentava nel Signore (Ep. IV).

 

Il Cimitero della Parrocchietta, monografia pp. 10 di Antonello Anappo, in Biblioteca (Sala 2) inv. 222 /B

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Trullo (foto di Antonello Anappo, altre 30 immagini nel Fondo fotografico)

scheda inventariale

Inventario

 

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